Diario di bordo, raid 2 [reɪd tuː]: Au revoir France!

Si riparte di buonora approfittando del fresco, ma... il fresco non c’è. C’è un caldo in queste terre che è alquanto insolito, già di prima mattina il sole tira certi schiaffi a mano pesante. Ci sono ancora 400 km da bruciare oggi, la terra francese è vasta e non sarà l’unica da attraversare.
Così, fatto un rifornimento per garantirci l’autonomia necessaria, ci rimettiamo in marcia e salutiamo Riquewihr.


Partenza! Carichiamo i bagagli e ci accingiamo a lasciare Riquewihr


L’autostrada francese è una lingua di asfalto che attraversa colline e campagne coltivate a granoturco, granoturco, cavoli, granoturco, piante che non so che cosa siano, granoturco, ...cavoli! ...Ho già detto granoturco?! ...Vabbè.

Strasburgo. Finalmente ci siamo. Me ne accorgo subito che siamo lì, c’è un formicaio di auto sui raccordi autostradali e bisogna tenere d'occhio costantemente gli specchietti perché il traffico si fa pesante. Gli edifici della zona commerciale e industriale iniziano ad aumentare. Me la lascio alle spalle quanto prima.

Prossimo bersaglio: Saarbrücken, capitale del Territorio della Saar, uno dei Länder federati della Germania, terra istituita col Trattato di Versailles. Nel dopoguerra ricadde sotto protettorato francese, poi tentò l’indipendenza, oggi è parte della Germania.




Il centro di Saarbrücken è in avvicinamento

E qui, nel groviglio urbano e caotico quanto una Berlino nell’ora di punta, ilGEnovese ha conosciuto meglio la città di Saarbrücken. Dopo un’orgia di semafori, di tram e le convulsioni nel seguire migliaia di strisce della segnaletica stradale tedesca... (sono poco a posto questi, disegnano ancora i tratteggi-guida per curvare agli incroci) si riprende la via veloce.

...Ci siamo proprio dentro! Fino al collo. Nel traffico.

Abbiamo quindi anche assaggiato e gustato per bene le Autobahn, un po’ fastidiose per certi versi, con questi veicoli che passano via a velocità superiori ai 200. IlGEnovese, incurante ed inamovibile, è fisso sulla sua opinione: 90, 100 km/h, costretto a sopportare pazientemente quelle interminabili salite, seguite dalle altrettanto interminabili discese. E via così, in un’altalena continua che un attimo fa trangugiare carburante mentre un attimo dopo si è al totale risparmio.
La quarta che cede sotto il muro dei 70, il pedale del gas che insiste a dare birra al motore cercando di tenerlo vivo e puntato almeno sugli 80, la corsia dei veicoli lenti da guadagnare in ogni caso. Gli automobilisti a cui “bisogna dare retta”, che si sbracciano e ci salutano. Siamo in Germania, forse i nostri mezzi (più che noi) sono ben voluti. L’aria calda, torrida che non molla e non lascia spazio alla frescura dei boschi. Niente da fare.


La Mosella e le sue vallate

Autobahn... a perdita d'occhio

Colline, viadotti spettacolari e kilometrici che passano sulla maestosa Mosella e sopra ad enormi vallate, un salto di parecchie decine di metri, si passa attraverso il Parco Naturale Saar-Hunsrück fino ad arrivare a tagliare una piccola parte dell’immenso polmone verde del Parco Naturale Hohes Venn-Eifel. Ci si avvicina sempre più alla meta di oggi e nel mentre realizzo che anche la terra tedesca è parecchio sconfinata. Ancora di più percorrendola ad andatura di cazzeggio.

Dopo svariate ore si intravede il confine. Siamo quasi “a casa”, la terra belga è lì e il cartello in prossimità della vecchia dogana autostradale è lì a ricordarcelo.
Ancora una lunga salita, un’interminabile discesa del 10% condita con qualche curva accentuata. Nel mentre mi godo il volo di una mongolfiera che silenziosa e leggiadra sovrasta la campagna nei pressi dell'aeroclub, quand'ecco finalmente l’ingresso del paese. Leggo... Spa.
Per oggi siamo a casa.

Quasi a destinazione per oggi: finalmente in Belgio!

Una mongolfiera ci dà silenziosamente il benvenuto, siamo quasi arrivati a Spa

Una tipica casa belga in mattoni, nel centro di Spa

[continua...]

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