La carrozzeria Hebmüller


La Carrozzeria Joseph Hebmüller fu fondata nel 1889 a Wuppertal (una città extracircondariale tedesca situata nel Land del Nord Reno-Westfalia, a sud della zona della Ruhr). Joseph Hebmüller, il fondatore, si dedicò durante la sua vita esclusivamente alla costruzione di carrozze trainate da cavalli.


Alla sua morte, sopraggiunta nel 1919, l'azienda passò nelle mani dei figli di Joseph, che indirizzarono immediatamente l'attività in un altro settore: sull'onda del successo dell'industria automobilistica, la Carrozzeria Hebmüller cominciò a dedicarsi alla modifica ed alla creazione di carrozzerie per autovetture. Da quel punto l'azienda cominciò a costruirsi una solida reputazione, grazie alle sue creazioni che andavano a toccare modelli di svariate case automobilistiche, tra cui una limousine su telaio FIAT ed un furgone su base Ford T.

Il lavoro cominciò a crescere, a tal punto che già nel 1924 venne aperta una nuova sede a Wülfrath. Intanto anche la Austro-Daimler e la Dürkopp inviarono alcuni loro telai alla Hebmüller per essere da essa carrozzati.

La Hebmüller era apprezzata, oltre che per la qualità dei suoi lavori, anche per la sua polivalenza: oltre a realizzazioni, come quella già citata del furgone su base Ford T, l'azienda tedesca realizzò anche autovetture di prestigio, a volte in esemplare unico.

Negli anni trenta la carrozzeria tedesca si cimentò anche con alcune realizzazioni su base Opel ed altre su base Ford. Alla fine del decennio la Seconda Guerra Mondiale interruppe l'attività dell'azienda.

All'indomani della fine del conflitto, la Hebmüller tornò al lavoro realizzando nel 1948 il prototipo cabriolet a due posti del celebre Volkswagen Maggiolino, denominato VW Käfer Cabriolet Hebmüller, probabilmente la più celebre realizzazione del carrozziere tedesco. Le Hebmüller furono costruite nel 1949/50 in circa 700 esemplari, per la maggior parte esportati in USA, il che la resero piuttosto rara.



I primi tre prototipi furono costruiti nel 1948. Fu mantenuto il parabrezza, venne aggiunto un frame esterno in alluminio e furono modificate le porte. La luce della targa posteriore e la luce singola del freno erano alloggiati nel cosiddetto "Pope nose" (tradotto letteralmente "naso del Papa", per via della sua forma) situato sul cofano posteriore.

Il primo prototipo fu equipaggiato con i paraurti in stile 1946/47 e le borchie delle route con il logo VW. Il secondo prototipo aveva i paraurti sagomati di nuovo tipo quindi nuovi ed un set di borchie inusuali (visti solamente al Motor Show di Francoforte nel 1951, su un esemplare di Maggiolino costruito per l'imperatore di Abissinia). Il terzo prototipo aveva le borchie delle ruote di tipo regolare.

Il più grande problema riscontrato fu il disallineamento delle porte, dovuto con buona probabilità ad una cattiva flessibilità del materiale, come pure il parabrezza che si ruppe spesso al momento del montaggio della cornice dello stesso.


I problemi furono risolti prima della produzione di serie introducendo una cornice del parabrezza molto più resistente, costituita da più lastre metalliche saldate all'interno del corpo e grazie ad un rafforzamento alla struttura di ogni lato della vettura.

La vettura definitiva fu prodotta nell'aprile 1949 e, in 10000 km di test severi, dimostrò di funzionare molto bene. Questo design finale fu pienamente approvato da Volkswagen e furono immediatamente ordinate 2000 vetture. La produzione iniziò nel mese di giugno del 1949.

Alle vetture di produzione furono apportate alcune modifiche. La prima era una nuova copertura motore che incorporava la luce del freno e della targa. Le griglie dell'aria erano state trasferite sul corpo vettura, appena sopra il cofano posteriore. Vennero montati inoltre i profili cromati (deluxe trims) già utilizzati sugli allestimenti più lussuosi del Maggiolino. Una delle caratteristiche nonché dei punti di forza della vettura erano le linee pulite.

Il tetto in tela con bracci assistiti da molle era facilmente ripiegabile e scompariva dietro il sedile posteriore. di salto. Si poteva inoltre applicare un'ulteriore copertura che manteneva coperto ed al suo posto la capotte una volta reclinata dietro il sedile.

Un altro tocco di classe alla vettura fu la verniciatura bicolore. Hebmüller ricercò il corretto abbinamento attraverso svariate prove di accostamento di colori. Un solo colore: rosso, bianco o nero. Bicolore: nero ed avorio, nero e rosso, nero e giallo oppure rosso ed avorio. Vi era inoltre la possibilità di averla con colori personalizzati, a seconda del proprio gusto con (ovviamente) un costro extra. Il costo iniziale della vettura era di 7500 marchi.


La catastrofe però era dietro l'angolo: il 23 luglio del 1949, infatti, un devastante incendio distrusse la sede di Wuppertal. Si tentò di ricostruire e di riportare l'azienda in condizioni di operare, ma la situazione finanziaria non era delle migliori, complice anche il periodo post-bellico, che aveva messo in ginocchio molte aziende tedesche.



La produzione di Hebmüller subì un lento declino nell'autunno del 1949, peggiornado poi nel febbraio del 1950, arrivando ad aprile con soli 17 esemplari prodotti. Poi... il nulla. Diversi corpi di vettura furono inviati alla fabbrica della Karmann, nella quale 15 vetture furono assemblate tra agosto del 1951 ed il febbraio del 1953. Era palese che Hebmüller versava in gravi difficoltà economiche, peggiorando e dichiarando la propria bancarotta nel 1952. Fu proprio nel 1952 che la Hebmüller chiuse definitivamente i battenti.



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